Claudia Formiconi Blog 10 Ottobre 2016 Cinema Cult - Arancia meccanica e il genio di Stanley Kubrick

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10 Ottobre 2016
Cinema Cult - Arancia meccanica e il genio di Stanley Kubrick


Arancia meccanica (A Clockwork Orange) è un film del 1971, diretto dal regista statunitense Stanley Kubrick. La pellicola è tratta dal romanzo omonimo, del genere distopico, di Anthony Burgess (1962), da cui Kubrick ne trae la sceneggiatura. Gli interpreti principali sono Malcom Mc Dowell, Patrick Magge, Warren Clarke, Michael Tam. Il montaggio è di Bill Butler. La fotografia è di John Alcott. La scenografia di John Barry. I costumi di Milena Canonero. Le musiche di Walter Carlos. Tema musicale i brani classici, tra i più celeberrimi quelli di Ludwig van Beethoven e Gioacchino Rossini, Rimskij-Korsakov, Henry Purcell. 

La drammatica vicenda, di un anno imprecisato, che spazia dal fantascientifico/sociologico/politico, è di una violenza inaudita. Un gruppo di ragazzi, Pete, Georgie e Dim, i "Drughi", capitanati da Alex (l'intelligente del gruppo, imbevuto, però, di una cultura massificata), commettono, per noia e puro sadismo, rapine omicidi, violenze sessuali e barbarie di ogni genere.

Il male che troneggia, in una società esecrabile, sotto tutti i punti di vista, diviene una bomba a orologeria, pronta a deflagrare in ogni momento. Una violenza compulsiva, che porterà tutto il gruppo, il cosiddetto 'branco', ad un condizionamento intellettuale sistematico, e ad una manipolazione mentale (Potere politico/religioso), con conseguenze nefaste, nei confronti di Alex, che verrà sottoposto, durante la detenzione, per scontare una pesante pena di omicidio, alla terapia dell'avversione, la "cura Ludovico": emblematica è la scena del trattamento shock con la Nona Sinfonia di Beethoven, adorata dal ragazzo al principio, aborrita poi, perché associata a scene di violenze e stupri, e torture del periodo nazista, la sua amata, un tempo, "ultraviolenza". 

Il genio di Kubrick sta, inoltre, nell'aver anticipato una sorta di neo-sincretismo: immagini di scene di violenza e di sangue, con la magia della musica classica, il sublime, con gli immortali brani di Ludwig van Beethoven: Sinfonia n° 9, opera 125; Gioacchino Rossini: ouverture della Gazza Ladra e l'allegro vivace del Guglielmo Tell. 

 
Fotogramma del film

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© Claudia Formiconi
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Claudia Formiconi è nata a Roma. Ha collaborato con il Nuovo Giornale dei Poeti, Silarus, Alla Bottega, e altre riviste letterarie. Ha lavorato in Rai. Scrive su culturadesso.it, l'ideale.info, come critico artistico-letterario e dove cura le rubriche Introspezioni che tratta di poesia, e CineCult. Contrasti, Bastogi Editrice Italiana, 2013 (collana Il Liocorno), è la sua prima raccolta di versi, edita nel 2013 e Scrivo versi nudi, Edizioni BastogiLibri, Roma, 2016