Claudia Formiconi

Bacche rosse cingeranno il mio corpo
passo falcato, sguardo deciso
chi inanellerà i miei capelli con rovi di more?
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claudia

Bio

Claudia Formiconi è nata a Roma.
Ha collaborato con il Nuovo Giornale dei Poeti, Silarus, Alla Bottega, e altre riviste letterarie.
Ha lavorato in Rai.
Scrive su culturadesso.it, l’ideale.info, come critico artistico-letterario e dove cura le rubriche Introspezioni che tratta di poesia, e CineCult.
Contrasti, Bastogi Editrice Italiana, 2013 (collana Il Liocorno), è la sua prima raccolta di versi, edita nel 2013, Scrivo versi nudi, Edizioni BastogiLibri, Roma, 2016, e Satgioni, Edigrafema Editrice, Matera 2020.

Blog

1 Ottobre 2025
Per la poesia di Claudia Formiconi

PER LA POESIA DI CLAUDIA FORMICONI

 

Aveva detto, una decina di anni fa, di “scrivere versi nudi” Claudia Formiconi e lo aveva dichiarato programmaticamente fin dal titolo della sua seconda raccolta (la prima era del 2013, Contrasti), una raccolta in cui metteva a nudo sentimenti umani e civili di forte intensità, capace di “reinventare il discorso amoroso” in versi dal “rapido e incisivo ritmo”, come diceva Giorgio Barberi Squarotti: il ritratto di una vita governata da una stella polare, l’Amore a 360 gradi, in tutte le sue componenti e gradazioni. Un libro di “versi spregiudicati” e “rime equivoche”, fiammeggianti tra eros di ardente giovinezza e valori civili: un libro “gridato”, insomma, fedele alla Voce interiore della Poesia, nel segno di una felice Palingenesi, della scoperta di una nuova dimensione dovuta all’amore e alla consapevolezza della propria “completezza”, fatta di orgogliosa e matura femminilità e di apertura “nell’essenza e nella forma” in nome di giustizia e libertà attraverso la poesia.

 

La mia palingenesi

ha sollevato il piede ferito,

ha ricamato la mia anima

con rami di ciliegio in fiore,

ha vestito il mio corpo

di spine pure

di ghiaccio

come la sorgente,

ha corroborato muscoli

fianchi gambe.

Qualche ferita in più

vedono ora

i miei occhi…

 

Due immagini mi piace segnalarne, che questi due aspetti efficacemente evidenziano. La prima è laddove si rappresenta, tra Creatura ribelleSacrificio ed Estasi, come danzante “menade” di un sacro rito orgiastico di piacere offrendosi al “banchetto dell’amore”, a soddisfare nell’abbandono alla sua “estasi” mirabile un umano, troppo umano bisogno.

 

Estasi

 

Hai accarezzato il mio sesso,

come raggio di sole,

nella stagione languida

degli abbandoni.

Hai baciato la mia anima,

come frullo del passero

che si libra alla vita.

 

Ma anche laddove la sua forte sete di libertà e giustizia detta espressioni di vibrante forza e verità, in Lamento di protesta in chiusura del libro.

Val la pena di leggerlo per intero, questo testo, dedicato a “ombre” fraterne di poeti, artisti, “eroi” del pensiero e della Parola:

 

Il lamento di protesta

 

(a Federico Garcia Lorca, Martin Luther King, Pablo Picasso)

 

Il lamento di protesta del poeta

per il compagno ucciso

"a las cinco de la tarde",

in un pianto soffocato

tra i versi del dolore.

Il lamento di protesta del blues Man

per i suoi fratelli

recisi come steli

nei campi di cotone:

ieri come oggi

arrancano i nuovi schiavi,

bruciati dal sole.

Il lamento di protesta del pittore

tra i disegni dell'angoscia

nelle vesti degli ultimi

nel blu della loro nudità.

Il mio lamento di protesta

per tutte le anime squarciate

e derubate nel corpo

all'ombra di un inquieto silenzio planetario.

 

È un grido, vibrante e teso, un “urlo” che vuole squarciare l’“inquieto silenzio planetario” dell’indifferenza e dell’acquiescenza, per rendere giustizia a vite differenti e maledette di artisti e di poeti raccogliendoli in un grande abbraccio di planetaria solidarietà: contro il silenzio e l’indifferenza, contro ogni tentativo di rimozione e dimenticanza, contro ogni forma di nuovo schiavismo, Claudia sa dar voce a un bisogno ardente di vita e di amore, offrendosi, in nome di tutte le “anime squarciate”, per chiamare a raccolta quanti hanno ancora a cuore le sorti di un mondo di offesi.

 

Autrice dalla storia già ricca e significativa, Claudia, che è nata a Roma ed ha avuto esperienze diverse (tra collaborazioni con giornali e riviste letterarie e d’arte, oltre che in Rai), è autrice di tre raccolte di versi, della già ricordata Contrasti (Bastogi 2013), di Scrivo versi nudi (Bastogi 2016) e di Stagioni (Edigrafema 2020) e più recentemente ha creato, in memoria del suo compagno e marito Rudy de Cadaval, una Fondazione e un Premio di poesia che recano il suo nome.

 

Dicevo prima della felice Palingenesi la cui “completezza” già appariva nella seconda raccolta, nei “versi nudi” di ardita emozionante passionalità e spregiudicatezza della seconda raccolta: è in questa stessa linea che si muove e sviluppa la terza raccolta, i 55 testi di Stagioni, che l’autrice riconosce come i frutti dei “migliori anni della sua vita”, quelli in cui si è aperta “alla vita e all’arte”, grazie anche alla presenza di amici dell’anima che le hanno dato il senso di un contatto fecondo con i valori necessari dell’esistenza.

Un testo su tutti, Darsi, per dire questa consapevole maturità, oltre l’”età acerba”, oltre quello che la poetessa russo-brasiliana Clarice Lispector ha definito un “apprendistato di piacere”:

 

Darsi

 

Mi concedo alle lusinghe del tempo

mangio il frutto dell’impossibile

colgo la rosa con tutte le spine.

Infrango gl’indugi,

e salto quel sasso.

 

Al punto più alto, insomma, di un itinerario di meraviglie e di “lusinghe”, l’io di oggi si trova a “darsi” con “spregiudicata” consapevolezza e disponibilità. Senza remore e “indugi”, compie il “salto” delle scelte e si rimette in gioco con felice improntitudine: lascia che si ammiri e colga la “rosa” a dispetto delle “spine”, concedendosi al brivido di piacere e di eternità. Con la sincerità dell’antico poeta del Pervigilium Veneris: “cras amet qui numquam amavit / quique amavit cras amet” (“ami domani chi mai ha amato / e chi ha già amato ancora e sempre ami domani”).

 

VINCENZO GUARRACINO

 

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News

29/12/2020: Raccolta poetica Stagioni

È uscita la raccolta poetica Stagioni di Claudia Formiconi pubblicata dalla casa Editrice Edigrafema, Matera. Dicembre 2020.
Disponibile su:
IBS

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23/5/2013: Il Posto della Poesia
Il-Posto-della-Poesia

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Accetto Chudi
Poesia sincera, del disinganno. Così voglio ricordare Valentino Zeichen, il poeta 'libero' (come amava definirsi), lui che, per scelta, è vissuto lontano dai clamori intellettuali. Poeta tra gli illustri irregolari, bohémien alla maniera sua, ovviamente, il suo unico lido è stata la Poesia. Generoso nel regalare versi, a tutti coloro che passeggiavano per le piazze di Roma, vivendo tra cielo e terra, di notte sotto un lenzuolo di stelle, nella sua Piazza del Popolo. Nativo di Fiume, di sponda in sponda, approda, quasi per destino, sulla riva al Tevere...Oggi mi è, particolarmente, caro un autore americano che da sempre amo ( e poco importa se un Nobel, lui è immenso e basta): William Faulkner, che con le sue profonde analisi, a tratti assai spietate, ci consegna l'anima primordiale di quella sua America degli stati del Sud. "Vivere in un qualsiasi posto del mondo oggi ed essere contro l'uguaglianza per ragioni di razza e colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve " William Faulkner - Paura, il travaglio del profondo Mississippi. Federico Garcìa Lorca, io ti amo, visceralmente. Tu mi travolgi e stravolgi, i tuoi versi mi rubano il fiato e il cuore si fa ballerino. La poesia si fa vita e il suo passo cadenzato celebra la mia esistenza quotidiana "Io vorrei stare sopra le tue labbra per spegnermi alla neve dei tuoi denti. Io vorrei stare dentro il tuo petto per sciogliermi al tuo sangue. Fra i tuoi capelli d'oro vorrei eternamente sognare" (...) Federico Garcia Lorca Mosso dall'ammirazione nei confronti dell'opera di Michelangelo, e rifiutato precedentemente all'esposizione annuale de Le Salon di Parigi, Rodin parte alla volta dell'Italia, dove ha modo di studiare attentamente la Cappella Sistina, in particolar modo. Impressionato dalla scultura del grande maestro del rinascimento, egli cercò di fondere tale monumentale opera con un più propulsivo e vibrante realismo, conferendo ulteriore vitalità e dinamismo alla sua opera. Copiosa la sua produzione di marmi, bronzi e gessi, tra opere monumentali, busti e ritratti. Nel 1879, finalmente, con l'opera San Giovanni Battista gli viene conferita una menzione d'onore al Salon. Con 'L'idolo eterno' assistiamo ad un mero atto amoroso più intimo del termine, i corpi nudi stessi parlano delle loro emozioni, l'uno di fronte all'altra ci fanno percepire quel momento quasi celebrativo, la soavità della postura degli amanti in questione ci sussurra tutta la "sacralità" dovuta. L'idolo eterno, a differenza de 'L'eterna primavera' dove la passione "sfrontata" e più sanguigna travolge la coppia facendola sbocciare in tutte le parti più intime e nei gesti quasi eclatanti, è la rappresentazione di un eros meno propulsivo: la dolcezza dello sguardo di lei, e la grazia del torso femminile atto ad accogliere il volto di lui che si appoggia delicatamente e sensualmente al corpo di lei, in un atto di devozione e dedizione. Che vi sia più impeto nel pathos e veemenza nei gesti passionali, o più pacatezza e compostezza nel momento supremo dell'eros, Rodin, quale fine maestro, sa mostrarci, senza falsi pudori, tutta la naturalezza che porta al piacere sessuale. E' noto che lo stesso Rodin chiedeva alle sue modelle, prima di posare per lui, di approcciare con il proprio corpo, accarezzandolo, per avere, poi, una più naturale confidenza con esso, nel momento culminate della creazione artistica. Attento conoscitore dei moti dell'anima, Rodin diceva: "L'arte è contemplazione. E' il piacere della mente che cerca nella natura e che scopre lo spirito di cui la natura stessa è animata"