Claudia Formiconi
Articolo Auguste Rodin - L'Idolo Eterno

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10 Settembre 2017
Auguste Rodin - L'Idolo Eterno


Mosso dall’ammirazione nei confronti dell’opera di Michelangelo, e rifiutato precedentemente all’esposizione annuale de Le Salon di Parigi, Rodin parte alla volta dell’Italia, dove ha modo di studiare attentamente la Cappella Sistina, in particolar modo. Impressionato dalla scultura del grande maestro del rinascimento, egli cercò di fondere tale monumentale opera con un più propulsivo e vibrante realismo, conferendo ulteriore vitalità e dinamismo alla sua opera. Copiosa la sua produzione di marmi, bronzi e gessi, tra opere monumentali, busti e ritratti. Nel 1879, finalmente, con l’opera San Giovanni Battista gli viene conferita una menzione d’onore al Salon. 

Con ‘L’idolo eterno’ assistiamo ad un mero atto amoroso più intimo del termine, i corpi nudi stessi parlano delle loro emozioni, l’uno di fronte all’altra ci fanno percepire quel momento quasi celebrativo, la soavità della postura degli amanti in questione ci sussurra tutta la “sacralità” dovuta. L’idolo eterno, a differenza de ‘L’eterna primavera’ dove la passione “sfrontata” e più sanguigna travolge la coppia facendola sbocciare in tutte le parti più intime e nei gesti quasi eclatanti, è la rappresentazione di un eros meno propulsivo: la dolcezza dello sguardo di lei, e la grazia del torso femminile atto ad accogliere il volto di lui che si appoggia delicatamente e sensualmente al corpo di lei, in un atto di devozione e dedizione. Che vi sia più impeto nel pathos e veemenza nei gesti passionali, o più pacatezza e compostezza nel momento supremo dell’eros, Rodin, quale fine maestro, sa mostrarci, senza falsi pudori, tutta la naturalezza che porta al piacere sessuale. E’ noto che lo stesso Rodin chiedeva alle sue modelle, prima di posare per lui, di approcciare con il proprio corpo, accarezzandolo, per avere, poi, una più naturale confidenza con esso, nel momento culminate della creazione artistica. 
Attento conoscitore dei moti dell’anima, Rodin diceva: “L’arte è contemplazione. E’ il piacere della mente che cerca nella natura e che scopre lo spirito di cui la natura stessa è animata”

‘L’idolo eterno’, scultura in gesso patinato, 1916, Auguste Rodin (1840-1917), Parigi, Musée Rodin – Donazione Auguste Rodin.

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© Claudia Formiconi
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